Il Feldenkrais® per i neonati, i bambini e gli adolescenti

Tutti i neonati, bambini e adolescenti possono beneficiare del Feldenkrais®. Principalmente se ne avvalgono:

  • Famiglie di minorenni con difficoltà di sviluppo sia lievi che importanti (goffaggine, PCI, disordini genetici, malattie neurologiche e neurodegenerative, problematiche posturali ecc.);

  • Scuole, con progetti modulati secondo i bisogni della classe e funzionali all’età, nei quali il gioco e la narrazione sono a servizio della motivazione e dell’intenzione.

Le modalità di svolgimento sono quelle previste anche per gli adulti:

  • Integrazione Funzionale® (IF®): La lezione è individuale e utilizza il tocco gentile per comunicare e trasmettere l’informazione antigravitaria e d’orientamento attraverso lo scheletro. Si può svolgere sia in studio che in famiglia;
  • Consapevolezza Attraverso il Movimento® (CAM®): La lezione è svolta in gruppo. In questo caso è la voce, ma anche lo sguardo, la prossemica e la modulazione, a comunicare e a indirizzare l’esperienza d’apprendimento.

Come viene praticato il Metodo Feldenkrais® con i minorenni?

L’allievo impara a imparare attraverso l’esperienza senso-motoria, relativa a un’azione funzionale specifica da realizzare, secondo il proprio bisogno.

L’approccio del Metodo Feldenkrais® e il tipo di relazione tra insegnante e allievo, facilitano l’apprendimento organico tipico del neonato e del bambino prescolare, ovvero il “fare con piacere”. Egli asseconda la propria curiosità, motivazione e intenzione; si auto-osserva in azione verificando il risultato dei propri atti; e alterna il gioco al riposo, il che gli consente di integrare l’esperienza cinestesica-sensomotoria in rapporto all’ambiente e alle sue leggi fisiche.

L’allievo è semplicemente accompagnato, con stimoli adeguati, nel suo processo di sviluppo neuro-psicomotorio, quando non sono presenti ritardi, rispetto alle finestre temporali in cui in genere compaiono interesse e intenzione verso certe competenze specifiche (per es. gattonare).

È invece facilitato quando la spinta evolutiva non fa o non ha fatto il suo effetto e le finestre temporali (o stadi di sviluppo) sono state oltrepassate. In questo caso è necessario far emergere la motivazione all’apprendimento, al di là di quella fornita dalla spinta evolutiva specie-specifica.

L’attenzione dell’insegnante, che diventa l’attenzione dell’allievo, è rivolta non a ciò che non sa fare o al deficit, ma a ciò che può imparare a partire dalle sue competenze; punto di partenza e base sicura per esplorare con agio nuove opportunità d’azione, liberando il potenziale di sviluppo.

Perché funziona?

Funziona, perché il Metodo fa leva sulla corporeità, ovvero sulla personale esperienza senso-motoria, che è la prima percezione che il neonato ha di se stesso e attraverso la quale si relaziona agli altri e all’ambiente di appartenenza.

Proponendo lievi variazioni sullo stesso schema d’azione, l’allievo impara da sé la soluzione più funzionale a soddisfare la sua intenzione. In tal modo il cervello è così stimolato a formare nuove mappe neuronali, rinforzare quelle funzionali e potare quelle disfuzionali.

Imparare significa anche poter sperimentare l’errore. Fare i conti con la gravità, perdere l’equilibrio e cadere. È attraverso l’errore che il neonato impara a reclutare i muscoli necessari a un’azione inibendo quelli non necessari, passando da un’azione disordinata e riflessa a una coordinata e funzionale. La perdita di equilibrio, così come un vissuto di giudizio negativo rispetto all’errore, comporta paura e ansia che mal si combinano con la disponibilità ad apprendere. Il “fare con piacere” invece, associando emozioni piacevoli e funzioni, ne sostiene il desiderio.

Cosa impara l’allievo minorenne?

L’esperienza senso-motoria stimola il sistema propriocettivo e l’integrazione multisensoriale dell’allievo, ed egli completa il suo schema corporeo; riconoscendo la posizione del corpo nello spazio e famigliarizzando con le coordinate spaziali (larghezza, lunghezza e altezza) e quindi i tre assi direzionali (su e giù, avanti e dietro, destra e sinistra) orienta il gesto e il movimento nella direzione desiderata.

L’allievo realizza o ri-percorre migliorandole, le tappe evolutive psicomotorie (controllo del capo, rotolo, striscio, gattoni, seduta e ginocchio ecc.) imparando a governare autonomamente i passaggi da una posizione all’altra; migliora la capacità fino-motoria; le funzioni della respirazione, deglutizione, fonazione e visione; e il gesto artistico o sportivo.

Impara un buon uso delle leve corporee per gestire la gravità e sperimenta i piccoli aggiustamenti posturali per l’equilibrio. Si libera da schemi motori compulsivi e riflessi primitivi che interferiscono con l’azione intenzionale. Migliora la regolazione tonico-posturale e la spasticità.

Acquisisce creatività, resilienza, fiducia nelle proprie risorse e un senso di sé potente.

Migliora l’agio e la capacità di muoversi anche con ausili e ortesi.

L’auto-osservarsi in azione constatando e non giudicando, consente, a sua volta, di imparare ad osservare gli altri col medesimo atteggiamento. Ciò favorisce rispetto e inclusione sociale e amplia il proprio repertorio di scelta.

Quali sono i benefici del Feldenkrais® per i minorenni?

  • Sviluppo dell’autonomia
  • Prevenzione alla salute
  • Benessere globale
  • Inclusione sociale

Un armonico sviluppo psicomotorio consente l’integrazione tra azione, sensazione, sentimento e pensiero; le quattro componenti dell’autoimmagine secondo cui si agisce nel mondo.

Nadia Fiorentino